USURA BANCARIA E ANATOCISMO

Studio MS. CONSULTING da anni lo specialista del dialogo con la tua banca ed Equitalia Spa, fornendo servizi di consulenza, analisi e verifiche dei rapporti contrattuali con i vari istituti bancari/finanziari

 

Consulenze, Analisi e Verifiche DELLE VIOLAZIONI LEGGE 108/96 (USURA) E ART.1283 C.C. (ANATOCISMO).

Anatocismo e Usura Bancaria, su MUTUI IPOTECARI, MUTUI FONDIARI, MUTUI CHIROGRAFARI, FINANZIAMENTI, CONTI CORRENTI ORDINARI, CONTO ANTICIPI e SALVO BUON FINE, CONTI CORRENTI IPOTECARI, FACTORING, LEASING, PICCOLI PRESTITI, CESSIONI QUINTO DELLO STIPENDIO, DERIVATI O.T.C.

 

Consulenze Analisi e Verifiche  per Recupero Interessi da usura bancaria e Anatocismo, per Aziende e Privati.
Ogni 3 mesi la Banca d’Italia rileva il tasso medio per ogni categoria di affidamento (conti correnti, factoring, leasing, mutui, ecc...) che le banche possono applicare ai loro clienti quando chiedono un mutuo, un prestito o un fido, dal quale si ricava il “tasso soglia dell'usura”.
Quando le banche applicano interessi che superano il tasso soglia commettono usura e i clienti hanno diritto, per legge, alla restituzione del maltolto.

Non sempre è facile da parte del correntista accorgersi del reale tasso di interesse applicato: al raggiungimento del tasso soglia, infatti, concorrono tutti gli altri costi collegati al credito che le banche applicano.
Soltanto attraverso un’attenta analisi è possibile evidenziare l’esatto importo della somma che la banca deve restituire al cliente. In questi anni di scarsa liquidità e di difficile accesso al credito, conoscere i propri diritti, e  nel caso, farli valere, può fare la differenza tra continuare un’attività di successo o vedere in pericolo il frutto di tanti anni di lavoro.

 

ANALISI DEGLI ESTRATTI CONTO CORRENTE

L’analisi degli estratti conto corrente è una analisi quantitativa che mostra il quadro completo per ciascun conto corrente e su ciascuna Banca, delle somme percepite illegalmente o erroneamente dagli istituti di credito.

In base all’entità della somma che è possibile ottenere in restituzione, il cliente potrà decidere sul recupero delle somme indebitamente percepite dalla Banca.
Anche gli importi poco rilevanti potranno essere recuperati per via bonaria, con il supporto dei nostri legali.

Spesso le Banche giocano sull’incapacità delle imprese di comprendere e valutare i costi applicati e se ne approfittano.

Quantificando e documentando questi costi “fuorilegge” le imprese hanno la possibilità ed il diritto di pretendere il rimborso dalla Banca.

In tempi brevi avrete un’analisi sintetica e precisa di quanto è stato indebitamente sottratto dalle Banche e che dovrà essere restituito all’Azienda cliente o al Privato.

Con l’analisi dell’estratto conto corrente il Perito sarà in grado di fornire l’importo che la Banca dovrà restituire all’azienda cliente, così da avere un valido strumento utile per:

➢    Quando si è colpiti da un’ immediata richiesta di rientro sul fido;

➢    Sapere quanto potrebbe rientrare nelle risorse finanziarie dell’Azienda;

➢    Richiedere nell’imminenza quanto spetta all’Azienda;

➢    Negoziare eventuali piani di rientro;

➢    Rinegoziare le condizioni contrattuali;

➢    Avviare procedure concorsuali;

➢    Gestire curatele fallimentari;

➢    Ottenere revoche di istanze fallimentari, avanzate da Banche;

➢    Ottenere la sospensione della provvisoria esecutività dei decreti ingiuntivi, avanzati da Banche;

 

 PERIZIA

La Perizia quantifica e certifica in modo inoppugnabile l’ammontare degli importi non dovuti che si riscontrano analizzando i contratti di Conto Corrente, Leasing e Mutui, Derivati OTC, ecc.

La Perizia Usura Bancaria e Anatocismo aiuta gli imprenditori e privati a risolvere i problemi più comuni che si hanno con le banche, le quali sempre più spesso fanno pressanti richieste: diminuzione improvvisa degli affidamenti, rientri forzati, condizioni economiche troppo onerose, opposizione a decreti ingiuntivi e molto altro ancora.

Quasi tutti i conti correnti ( da statistiche ) presentano anomalie che danno diritto a ristorni: importi che la banca è tenuta per legge a restituire al correntista cliente.

Credo che avere in mano un’arma di difesa contro le richieste della banca e per recuperare i piccoli o grandi importi che la banca ha sottratto, abbia un’importanza fondamentale.

La Perizia offre all’imprenditore un solido supporto per dialogare con la banca con maggiore forza contrattuale.

 

 

L’ANATOCISMO

Per anatocismo, si intende la prassi bancaria per cui gli interessi maturati sul saldo debitore, generalmente a cadenza trimestrale,vengono “capitalizzati”, ossia riportati a capitale. Così facendo, gli interessi “capitalizzati” nel trimestre precedente producono, allo scadere del trimestre successivo, a loro volta interessi che vanno a capitalizzarsi sul saldo finale, e così via, in una spirale senza fine.
In pratica, è il calcolo degli interessi sugli interessi, attraverso l’applicazione dell’interesse composto, invece dell’interesse semplice.
La capitalizzazione trimestrale delle competenze comporta l’aumento del debito sul c/c accentuando il saldo negativo per il trimestre successivo.
L’ effetto di tale procedura è quello di trasformare le competenze maturate nel periodo in nuovo capitale a debito.
È evidente che così facendo il debito capitale del cliente aumenta costantemente nel corso dell’anno mentre l’eventuale credito, in passato di regola, si incrementava solamente al termine dell’anno.

 

IL RECUPERO DELL’ANATOCISMO

Per individuare l’ammontare dell’importo recuperabile, si esegue un’analisi preventiva relativa a:

➢    Calcolo degli interessi anatocistici

➢    Calcolo degli interessi ultralegali

➢    Calcolo dell’eventuale superamento dei Tassi Soglia.

A seguito del risultato dell’analisi preventiva, il Cliente decide se e come procedere nell’azione verso la Banca.
Il Cliente viene supportato in questa decisione, fornendogli tutti gli elementi necessari, aspetti legali, stima di convenienza tra costi e rimborsi, per una corretta valutazione, partendo sempre dal PRINCIPIO DI CONVENIENZA PER IL CLIENTE.

 

 PRESCRIZIONE DEL DIRITTO ALLA RICHIESTA DELL’INDEBITO

Se il conto corrente è ancora acceso: il termine a partire dal quale inizia il diritto alla ripetizione dell’indebito, coincide con la data di apertura del conto corrente, a partire dalla prima operazione effettuata sul conto, fino alla data odierna.

Se il conto corrente è stato chiuso, ma non sono ancora trascorsi dieci anni dalla data di chiusura: il termine a partire dal quale inizia il diritto alla ripetizione dell’indebito, coincide con la data di apertura del conto corrente, a partire dalla prima operazione effettuata sul conto, fino alla data di chiusura del conto.

Se il conto corrente è stato chiuso da dieci anni o oltre, il diritto alla ripetizione dell’indebito si é prescritto, dunque nulla potrà essere richiesto alla Banca a titolo di rimborso per gli interessi anatocistici.

 

PERCHÈ RICHIEDERE IL RECUPERO INTERESSI DA ANATOCISMO?

Nel corso degli ultimi anni, si sono verificati molti fatti che anno letteralmente strozzato molte imprese, mettendole in crisi, a volte fino alla cessazione dell’attività, Aziende che davano lavoro a molte persone.
In questi anni di scarsa liquidità e di difficile accesso al credito, essere a conoscenza dei propri diritti e farli valere, può fare la differenza tra continuare un’attività di successo o vedere in pericolo il frutto di tanti anni di lavoro.

 

 

QUANDO GLI INTERESSI VENGONO DEFINITI USURARI

Con la legge del 07/03/1996 n. 108, il legislatore emana la norma specifica per la rilevazione oggettiva dell’eventuale usura applicata dagli operatori finanziari, modificando sia l’art. 644 del Codice Penale che l’art. 1815 del Codice Civile, definendo CHIARAMENTE che “la legge stabilisce il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurari”. LA LEGGE, NON LA BANCA!

Detto limite veniva stabilito, fino al secondo trimestre 2011, “nel tasso medio, risultante dall’ultima rivelazione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale ai sensi del comma 1, relativamente alla categoria di operazioni in cui il credito è compreso, aumentato della metà” (dall’art. 2 comma quarto Legge 108/96).
Dal terzo trimestre 2011 il limite viene stabilito “nel tasso medio, risultante dall’ultima rivelazione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale ai sensi del comma 1, relativamente alla categoria di operazioni in cui il credito è compreso, aumentato di un quarto più quattro punti percentuali” (art. 2 comma 4° Legge 108/96 modificato dal D. Lgs. 70/2011 convertito con modifiche nella Legge 106/2011). Questo tasso limite viene chiamato “tasso soglia”, il corrispettivo è usuraio quando il tasso effettivo applicato dalla banca risulta superiore al tasso soglia.
Il tasso soglia viene pubblicato su Gazzetta Ufficiale trimestralmente del Ministero del Tesoro per categoria di finanziamento (art. 2 della L. 108/96).

 

 

COME VIENE CALCOLATO IL TASSO USURARIO?

Art. 1 comma 1, L. 108/96 “… per la determinazione del tasso di interesse usurario si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate alla erogazione del reddito.” Quindi nel calcolo  dell’interesse passivo, ai fini della valutazione di tassi usurari,  devono essere considerati  tutti i costi applicati dalla banca ad esclusione delle imposte.

Riepilogando, in sintesi:
Art. 2 comma 1 della legge 108/’96: “Il ministro del tesoro. sentito la Banca d’Italia e l’Ufficio Italiano Cambi, rileva trimestralmente il tasso effettivo globale medio (TEGM), comprensivo di commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e spese, escluse quelle per imposte e tasse, riferito ad anno, degli interessi praticati dalle banche e dagli intermediari finanziari”,
Quindi per calcolare il tasso (TEGM) bisogna considerare:

INTERESSI + SPESE +CMS
non si considerano le imposte e le tasse

Dunque anche la Cms va inclusa nel computo finalizzato alla misurazione del tasso effettivo globale (TEG), senza alcun dubbio viste anche le recenti sentenze della Cassazione Penale.

A decorrere dal 1997 – anno dell’entrata in vigore della legge antiusura – il Sistema Bancario ha interpretato in suo favore il dettato della norma  prevista dalla Legge108/96 facendo prpria la tesi (avallata da una circolare della Banca d’Italia) che la CMS non vada computata nella misurazione del tasso effettivo globale medio (TEGM).

Il risultato, quale conseguenza di questa interpretazione è stato che le Banche hanno costantemente aumentato l’importo della CMS a carico della clientela raggiungendo per qualche banca l’oltre l’8% annuo (2% trimestrale), così come si evince dalla rilevazione della Banca d’Italia anno 2007.

 

Analisi  Mutui e Leasing

Da oggi è ancora più facile ottenere la restituzione degli interessi pagati per il mutuo.

La rivoluzionaria sentenza della Corte di Cassazione n. 350/2013 permette il recupero integrale degli interessi pagati su mutui, leasing e finanziamenti, quando i tassi o le penali superano la soglia di usura.
Con la sentenza n. 350/2013 del 9 gennaio 2013, la Corte di Cassazione ha stabilito che per verificare se il tasso praticato dalla banca sul mutuo ipotecario è usurario, si devono conteggiare anche gli interessi di mora.

Il confronto del tasso praticato dalla banca con il tasso soglia per mutuo ipotecario, deve avvenire, dunque, tenendo conto anche del tasso di interesse moratorio contrattualmente previsto in caso di ritardato pagamento delle rate.

In pratica, il tasso del mutuo è comunque da considerare usurario se uno tra gli interessi convenzionali (richiesti dalla banca come corrispettivo per il prestito) e quelli moratori fissati nel contratto di mutuo (dovuti dal mutuatario in caso di ritardato pagamento) supera il tasso soglia di usura.
Un contratto di mutuo che applica interessi di usura può essere annullato dal giudice su ricorso del mutuatario usufruendo di tutte le possibilità previste dalla Legge 108/96, tra cui la restituzione di tutti gli interessi versati.

VERIFICARE SE IL TASSO DEL MUTUO È USURARIO

Per determinare il tasso d’usura bisogna inserire tutte le somme addebitate dalla banca tra cui spese, interessi penali, interessi di mora ecc.
L’ammontare complessivo rappresenta il TEG  “tasso effettivo globale”.
Se questo è superiore al Tasso Soglia (il tasso oltre il quale si è in regime di  usura) il mutuo è in USURARIO e si ha diritto alla restituzione di tutti gli interessi pagati.
In caso di insolvenza o di ritardati pagamenti, le penali applicate quasi sempre sono superiori ai limiti del tasso usura e oggi – con la nuova sentenza – diventa molto più facile far valere questo principio e ottenere dalla banca il rimborso integrale degli interessi pagati negli anni.

Se hai firmato un contratto di mutuo ipotecario – o finanziamento o leasing – e la banca o la finanziaria ha messo in contratto tra tasso di interesse, spese collegate all’erogazione del mutuo/finanziamento/leasing un TEG superiore alla soglia consentita in quel periodo per quelle specifiche operazioni, il contratto risulta USURARIO.
E tutti gli interessi pagati dalla sottoscrizione del contratto in avanti vanno restituiti al Cliente.

Il Perito specializzato nell’analisi dei contratti di mutui, finanziamenti e leasing al fine di determinare l’entità da rimborsare e avviare la trattativa con la banca per la restituzione.

  

 GLI STRUMENTI DERIVATI OTC (Over the counter)

Il derivato è uno strumento finanziario che possiede le seguenti tre caratteristiche:

a) il suo valore cambia in relazione al variare di un’attività sottostante (underlying asset) che può essere di tipo finanziario (tasso d’interesse, prezzo di uno strumento finanziario, tasso di cambio in valuta estera, indice di prezzi o di tassi) o reale (prezzo di una merce).
b) non richiede un investimento netto iniziale o richiede un investimento netto iniziale minore rispetto ad altri tipi di contratti da cui ci si attende una variazione simile a quella dell’attività sottostante (ad esempio, il premio di una opzione rispetto al prezzo dell’attività sottostante);
c) è regolato a data futura.

In relazione, invece, alla tipologia contrattuale, si usa distinguere i derivati finanziari in:

options: sono contratti che attribuiscono all’acquirente, dietro pagamento di un premio al venditore, la facoltà (non l’obbligo) di acquistare (opzione di tipo “call”) o di vendere (opzione di tipo “put”) una determinata attività sottostante ad un certo prezzo (“strike price”) e ad una certa data (opzione europea) ovvero entro la stessa data (opzione americana);

future e forward: sono contratti a termine in cui le parti si scambiano un determinato bene ad una data futura e ad un prezzo prefissato al momento della stipula del contratto. Oggetto dei contratti possono essere, ad esempio, merci (commodities), strumenti finanziari, indici di borsa e valuta;

swap: sono contratti mediante i quali due parti si impegnano a scambiarsi, tra di loro, flussi di cassa secondo uno schema convenzionalmente prestabilito.

I derivati si distinguono inoltre in:

1.  derivati negoziati su mercati regolamentati(future e alcune opzioni), contraddistinti dal fatto di:
- Essere soggetti ad un insieme di regole che ne disciplinano il funzionamento, riguardanti, segnatamente:
i soggetti che vi operano, quelli che vi esercitano il controllo, i beni oggetto degli scambi, la struttura dei contratti, le modalità di formazione dei prezzi e quelle di regolamento dei beni, se previsto.
- Essere di tipo “standardizzato”, dunque con caratteristiche omogenee quanto a prezzo, ammontare unitario, scadenza e termini di consegna.

2. derivati negoziati su mercati non regolamentati c.d. “over the counter” (OTC) (swap e alcune opzioni), che si perfezionano su base bilaterale e sono connotati da una estrema “personalizzazione” sulla base delle esigenze dei soggetti contraenti che ne stabiliscono liberamente le varie peculiarità (importo, scadenza, tempistica, struttura, ecc.).

 

 

L’INTEREST RATE SWAP

L’INTEREST RATE SWAP (IRS) è una particolare tipologia di contratti appartenenti alla più vasta categoria degli strumenti “derivati”.
Obiettivo primario di contratti di questo tipo è la copertura di un rischio connesso alla variabilità di un indice.
Negli Interest Rate Swap infatti, una controparte (il sottoscrittore) si impegna a versare interessi calcolati ad un tasso fisso, mentre l’altra controparte (generalmente la Banca) pagherà interessi in base ad un tasso variabile, di qui lo “Swap” (scambio).

Un tipico esempio è un finanziamento a tasso variabile: il sottoscrittore si tutela da un rialzo dei tassi superiore ad una determinata percentuale. Per questo, paga una sorta di “assicurazione”, nella forma del derivato, mentre la banca può trarre vantaggio dalle fluttuazioni dei tassi d’interesse, in caso di ribasso dell’indice di riferimento.

Aspetti generali e principi di funzionamento degli IRS
La traduzione letterale di “swap”, cioè scambio, identifica la sostanza del contratto.
Gli IRS, come tutti i contratti swap, sono generalmente costituiti in modo tale che, al momento della stipula, le prestazioni previste siano equivalenti ovvero che il rapporto negoziale sia in equilibrio.
In altri termini, è reso nullo il valore iniziale del contratto, così da non generare alcun flusso di cassa iniziale per compensare la parte gravata dalla prestazione di maggior valore.

Gli IRS, come accennato in precedenza, sono contratti in cui due controparti si scambiano pagamenti periodici di interessi, calcolati su una somma di denaro, detta capitale nozionale di riferimento (notional principal amount), per un periodo di tempo predefinito pari alla durata del contratto, e cioè fino alla scadenza (maturity date o termination date) del contratto stesso.

Esistono diverse forme, più o meno articolate, di IRS:
Nella sua forma più diffusa e più semplice (definita “plain vanilla interest rate swap”), uno dei due contraenti effettua i pagamenti sulla base di un “tasso fisso”, stabilito alla data di stipula del contratto, mentre l’altro li effettua sulla base di un “tasso variabile”, quest’ultimo ridefinito ad ogni data di osservazione delle cedole e indicizzato ad un parametro di mercato (ad esempio, Euribor a 3 o a 6 mesi).
Il capitale nozionale resta invece costante per tutta la vita del contratto o decresce in funzione di un piano di ammortamento.

Un’operazione di Interest Rate Swap come quella appena descritta dovrebbe essere costruita solo dopo un’attenta analisi della situazione finanziaria delle controparti e delle loro rispettive esigenze
Ciò che purtroppo si è manifestato, a volte, è un utilizzo inadeguato di questi complessi strumenti, spesso utilizzati dagli operatori finanziari per puri scopi speculativi e non per rispondere alle reali esigenze finanziarie delle aziende sottoscrittrici. La frequente conseguenza di un’operazione speculativa in strumenti derivati è il realizzarsi di ingenti perdite, per le aziende che hanno sottoscritto uno Swap o un altro contratto su strumenti derivati senza la necessaria conoscenza ed esperienza in materia. 

 

Cartelle Esattoriali Equitalia Spa e gli accertamenti da parte dell’ Agenzia delle Entrate.

Analizziamo e controlliamo le cartelle esattoriali notificate da parte di Equitalia Spa e gli accertamenti da parte dell’ Agenzia delle Entrate, al fine di verificare eventuali profili di illegittimità nel contenuto e nei calcoli effettuati per la liquidazione delle imposte tali da richiedere la riduzione delle somme richieste o l’annullamento della cartella stessa.

Verifichiamo l’eventuale:

Presenza di vizi nelle modalità di notifica degli accertamenti del debito

Presenza di vizi o anomalie nelle cartelle esattoriali notificate

Presenza di anatocismo tributario (vietato dal D.L. 13 maggio 2011, n. 70)

Presenza di errori di calcolo nell’applicazione della mora, delle sanzioni e dell’aggio

Illegittimità della tecnica di ammortamento impiegata per il rateizzo

Applicazione impropria di un tasso di dilazione non conforme ai dettami della legge D.P.R. n. 602/1973

RICOSTRUIAMO IL CONTENUTO DELLA CARTELLA

VERIFICHIAMO L’EVENTUALE ILLEGITTIMITÀ NEL CALCOLO RICALCOLANDO IL
 
PIANO DI  RATEIZZAZIONE SE GIA’ PRESENTE UNA DILAZIONE

CONTROLLIAMO LA PRESENZA DI VIZI O ANOMALIE DI OGNI GENERE

QUANTIFICHIAMO L’AMMONTARE DELLE EVENTUALI SOMME NON DOVUTE

SE NECESSARIO PREPARIAMO LA PERIZIA ECONOMETRICA

PROCEDIAMO CON LE AZIONI LEGALI NECESSARIE

La CARTELLA DI PAGAMENTO é uno strumento esattoriale affidato ad enti preposti utilizzato per la riscossione dei tributi e contributi non pagati. Il mancato pagamento del debito iscritto a ruolo e indicato in detta cartella genera l’esecuzione della cartella di pagamento attraverso azioni di garanzia (pignoramenti e ipoteche giudiziali) e l’addebito di interessi di mora calcolati sull’intera cartella.

Anatociscmo nelle cartelle esattoriali?
Ottieni l’annullamento e rimborso.Con una accurata analisi e la conseguente perizia è possibile evidenziare la presenza di anatocismo nella cartella esattoriale che permetterà di contestare l’eventuale pignoramento o messa all’asta del bene pignorato

L’iscrizione a ruolo prevede:
Tributo/Contributo
Interessi
Sanzioni
Diritti di riscossione
Spese di notifica

In caso di mancato pagamento del ruolo l’esattore procede con:
•fermo amministrativo;
•ipoteche giudiziali;
•pignoramento c/c;
•applicazione degli interessi di mora.

Su cosa vengono calcolati gli interessi di mora?

Tributo/Contributo
Interessi
Sanzioni
Diritti di riscossione
Spese di notifica

Su cosa invece dovrebbero essere calcolati?
Tributo/Contributo – SI
Interessi – NO
Sanzioni – NO
Diritti di riscossione – No*
Spese di notifica – No*
* mentre per sanzioni e interessi esiste una normativa specifica per le ultime due voci non c’è chiarezza né in un senso, né nell’altro. Comunque si tratta di valori minimi.

Ottenere il giusto rimborso?
Una volta verificato l’anatocismo sulle cartelle esattoriali, grazie alla Preanalisi e Perizia certificata, è possibile procedere per l’impugnazione e il recupero della somma sottratta, nonché contestare l’esecuzione della cartella stessa. 

 

                         ANATOCISMO CARTELLE EQUITALIA       

                     NOTIZIE INFORMATIVE

Sono sempre maggiori le richieste che mi arrivano di verifica delle rateizzazioni concesse ad Equitalia a contribuenti MOROSI E NON EVASORI.

Ebbene, molto del periziato dimostra che Equitalia, utilizzando un piano di ammortamento alla francese, esplicitamente vietato dalla normativa italiana, nelle sue rateizzazioni nasconde un importo di interessi che supera di gran lunga la soglia dell’usura ex legge 108/96.

Innanzitutto è bene fare alcune precisazioni, tutti gli oneri accessori che vengono corrisposti ad Equitalia, sono in realtà emolumenti destinati agli Enti impositori (INPS, Agenzia delle Entrate etc.), mentre Equitalia recupera esclusivamente il proprio aggio senza aumenti di nessun genere, neanche in caso di dilazioni di pagamento.

E’ vero però che Equitalia ha optato arbitrariamente, anche per l’applicazione del piano di ammortamento alla Francese che consiste nel fatto che le rate previste sono costanti e gli interessi vengono calcolati sul capitale residuo.

Tenendo conto di ciò, questo metodo è, però, soggetto all’applicazione di un tasso effettivo (TAEG), superiore al tasso contrattuale stabilito dalla legge, che determina inequivocabilmente una corresponsione di interessi maggiore del dovuto, a danno di chi sottoscrive la rateizzazione e, quindi a discapito del contribuente.

 

Difatti, molteplici sentenze hanno accertato tale evidenza, imponendo un ricalcolo del piano di ammortamento con un tasso sostitutivo.

Le perizie sono uno strumento indispensabile per proporre ricorsi e rendere nulle le cartelle, come stabilito dalla Cass, Civ, Sentenza 21 Marzo 2012, n. 4516: ”l’omessa indicazione delle modalità di calcolo degli interessi rende nulla la cartella esattoriale quando l’operato dell’ufficio diviene ricostruibile solo attraverso difficili indagini, dovute alla vetustà della questione, che non competono al contribuente, il quale vede così, violato il suo diritto di difesa”

Sarebbero di due miliardi di euro i proventi finiti nelle casse delle banche nel 2014 grazie alla pratica dell’anatocismo. Dalle serie dei dati storici e dei tassi passivi è stata stimata a tanto la somma complessiva intascata dagli istituti di credito, che avrebbero prelevato queste somme in modo illegittimo visto che deriverebbero dal calcolo degli interessi sugli interessi, ovvero il perverso meccanismo noto come anatocismo, che in Italia, almeno in teoria, è vietato.

L’anatocismo altro non è che il calcolo di nuovi interessi sugli interessi già maturati. Ad esempio se il mio conto è in rosso di 1.000 euro mi toccherà pagare interessi passivi di circa il 10% annuo. Nel caso di mancato rientro a fine anno avrò un debito con la banca di 1.100 euro. Di norma, vietando appunto l’anatocismo, nell’anno successivo gli interessi che applicherà la banca vanno calcolati sempre sul capitale originario, i 1.000 euro, con interessi passivi di ulteriori 100 euro nel secondo anno che si sommeranno a quelli del primo anno per un debito complessivo di 1.200 euro dopo due anni. Spesso però le banche, nel calcolare gli interessi includono gli interessi passivi già maturati. Nel nostro esempio, nel secondo anno l’istituto di credito invece di calcolare gli interessi del 10% annuo su 1.000 euro (capitale originario) li calcola su 1.100 euro (capitale originario + interessi passivi dell’anno precedente). Un meccanismo che porta il debitore a dover così far fronte a un debito di 1.210 euro e non di 1.200 euro come invece sarebbe legittimo. Facile intuire come l’anatocismo, man mano che passi il tempo faccia crescere a dismisura il debito del cliente nei confronti della banca.

Tutto lecito? No, anzi. L’anatocismo in Italia è vietato anche in maniera esplicita con la Legge di Stabilità 2014, dopo che nel 1999 il legislatore lo aveva ripristinato. L’articolo 1283 del codice civile, di cui la Legge di Stabilità 2014 ne dispone l’inderogabilità, vieta appunto l’applicazione di interessi su interessi. Tuttavia in un quadro normativo in continua evoluzione come quello che regolamenta la questione degli interessi, spetta al comitato interministeriale credito e risparmio, così come demanda la legge, l’emanazione di una delibera (di cui si è in attesa) che regoli nell’insieme il tema.

Se il calcolo degli interessi sugli interessi incide in maniera pesante sui clienti delle banche, i due miliardi di euro legati all’anatocismo non rappresentano una cifra particolarmente rilevante per le casse dell’intero sistema bancario italiano. In ogni caso si tratta di entrate che fanno comodo e contribuiscono a dare una boccata d’ossigeno alle finanze degli istituti di credito che continuano a dover fare i conti con bilanci in sofferenza. Bilanci che spesso portano invece al lastrico tante aziende ed imprenditori che finiscono per essere vittime della pratica illegittima dell’anatocismo, meccanismo dalla quale non sempre ci si riesce a difendere in maniera adeguata ed efficace.

 

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